E’ questo un mondo a metà. A metà perché fatto di mezzi comunicatori, di mezzi fotografi, di mezzi giornalisti, di mezzi pubblicitari, di mezzi laureati. Di gente a metà ne è pieno il mondo: a partire dalla politica ovviamente, dove essere di sinistra è diventato un discredito concesso soltanto a quella minoranza irriducibile che tanto non vuole mai venire a patti con nessuno. Meglio essere di centro e qualcosa, sempre aperti alle larghe intese, a vedere il bicchiere mezzo pieno, a far tacere gli scontenti, a silenziare gli scontri. A questo ci stanno abituando.
Ci stanno abituando a pensare che la crisi economica è talmente spietata che non c’è più spazio per le idee, per la cultura, per la buona opposizione. E soprattutto, in un mondo che non sa se chiuderà i battenti oggi o domani, non c’è di certo spazio per la qualità. E allora sì, in fondo basta creare prodotti che confondano e diano poco da pensare, che richiedano poche competenze e che si possano pagare due soldi. Non ti va bene? Avanti il prossimo, il mondo è pieno di gente che cerca lavoro. E’ la crisi è vero, ma non è più solo quella economica. E’ un terrore psicologico che getta il qualunquismo come salvagente. Una fotografia? E che ci vuole, ci sono l’iPhone e Instagram. Un secondo per lo scatto, ovunque tu sia, una patina di color seppia che fa tanto vintage e via su facebook, dove più mi piace hai più ci sta che un giorno tu diventi famoso. Chi se ne frega dei colori, del tempo, dell’attesa dei grandi fotografi che hanno emozionato la storia dell’uomo. Per non parlare, ahimè, del giornalismo. Che ci vorrà mai, c’è internet! L’importante è che la notizia corra veloce no? Uno pensa che gli strumenti conquistati con l’innovazione siano un tramite per migliorare ancora, per spingere verso un’informazione globale, verso l’abbattimento dei confini geografici e temporali. Uno lo crede, ma molti manco per niente. E allora la parola d’ordine è incettare: roba, soldi, potenziali soci o acquirenti. E il compromesso è al massimo ribasso, si gioca perfino sulla pelle degli altri se serve. In fondo, c’è crisi.
Come Quando Fuori Piove, la sequenza che ti dà conforto, non ti annoia, puoi ripetere ovunque ed essere riconosciuto. Beh, invertiamola. Perché la qualità della vita, del lavoro, del futuro, dei nuovi giovani dipende da noi, dipende dal modo in cui sapremo mescolare le nostre carte. Tutto testimonia che chi ha il coraggio di mostrare una netta identità di pensiero, ha successo. Con fatica, ma ha successo. Riprendiamoci la nostra libertà di scelta e di vita.
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